Pianeta natura – Dandini, Mancuso e Solibello

L’incontro dal titolo “Pianeta natura – L’elogio della differenza” moderato da Filippo Solibello, ha reso possibile il confronto di due personalità come Stefano Mancuso, botanico e accademico e Serena Dandini, conduttrice e autrice televisiva. Da due prospettive diverse seppure sinergiche tra loro, è cominciato un dialogo a partire dal ruolo delle piante.

“Le piante non sono solo dei vegetali, ma sono esseri cognitivi e intelligenti”

afferma Mancuso, sottolineando come

“l’intelligenza è la capacità di risolvere problemi e, se è così, le piante di intelligenza ne hanno da vendere”.

Gli organismi vegetali rappresentano l’85% della popolazione del nostro pianeta, mentre tutti gli animali messi assieme (compreso quindi l’uomo) rappresentano appena lo 0.3%.

“Un mondo senza piante sarebbe completamente sterile, se non ci fossero le piante la terra sarebbe come Marte” sottolinea il botanico “mentre senza gli uomini, beh è bastato metterci in casa per tre mesi per farci un’idea.”

Purtroppo però, il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico sono fenomeni di cui preoccuparsi e che mettono in pericolo non solo la vita umana, ma anche la biodiversità:

“Il riscaldamento globale e la pandemia sono strettamente legati e hanno come sorgente comune la nostra aggressione all’ambiente. Vent’anni fa già si parlava dei passaggi di virus dall’animale all’uomo, perché con le nostre azioni sconvolgevamo ecosistemi che erano stabili”

ha constatato Mancuso.

Le crisi ambientali hanno conseguenze sociali, sottolinea Dandini, di fatti “la desertificazione porta alla migrazione e alla povertà”.
Oggi, nel 2020, le terre non abitabili dall’uomo perché sono solo lo 0.8 %, ma nel 2070 queste saranno il 19%.

Come risolvere questo problema?

“Piantando alberi: mille miliardi di alberi”, propone Mancuso, “dove li mettiamo? Se usassimo le terre abbandonate dall’agricoltura, oggi incolte, potremmo piantarne 6 miliardi solo in Italia”.

La crisi in cui ci troviamo è evidente, come sottolineato anche dalle parole di Papa Francesco, “non può esserci un uomo sano su un pianeta malato”.

Serena Dandini afferma che questo tempo ci sta togliendo i sogni e un’idea di futuro:

“i sogni sono progetti che si possono realizzare, ma c’è un forte negazionismo che si ritrova sul clima e sul virus, il “presentismo” è la regola” e conclude “hanno cancellato il futuro, così non pensiamo ai problemi e viviamo schiacciati dal presente”.

Mancuso aggiunge che,

mentre le piante investono sul futuro e il benessere della loro specie noi uomini abbiamo completamente perso di vista l’orizzonte futuro: molti di noi nel 2070 saranno ancora arzilli, è un attimo. Eppure non facciamo assolutamente niente”. Evolversi non significa prevalere sull’altro, ma come afferma Kropotkin nel suo libro “Sul mutuo appoggio come fautore dell’evoluzione”, cooperare. “Nelle piante la comunità è ancora più forte e così è per noi, in questi mesi di isolamento abbiamo visto come le persone che ci stavano accanto erano fondamentali” così Mancuso, che aggiunge “la stanzialità è legata alla comunità, infatti nel bosco le piante sono connesse fra di loro attraverso le radici, con cui si scambiano acqua, nutrimento e informazioni”.

In conclusione, la sfida più grande per il nostro futuro, secondo Dandini, è

“investire sulla nostra umanità” poiché “in questi momenti di crisi si tende a pensare esclusivamente a sé stessi e queste paure vengono soffiate da chi ha interesse a creare sfiducia. Noi dobbiamo resistere e restare umani”.

Per Mancuso, invece,

“ciò che avverrà nei prossimi decenni avrà ripercussioni su una grandissima parte dell’umanità. La questione ambientale è una questione sociale! Due o tre gradi in più cosa sono? Pensate al vostro corpo quando avete la febbre. Mi auguro che il futuro sia una lotta indefessa al riscaldamento globale. Dobbiamo farlo per le prossime generazioni, per i più fragili. Raffreddiamo il pianeta” e Dandini conclude “scaldiamo i cuori e raffreddiamo il pianeta”.