LA CULTURA DELLA SOLIDARIETA’

Probabilmente poche cose sono di moda oggi come il parlare di “cultura della solidarietà” tanto a livello di politiche sociali quanto a livello di organismi del no profit/terzo settore; allo stesso tempo però non necessariamente il parlarne significa problematizzare, mettere in discussione, disvelare la potenza del linguaggio, dare effettiva ed autentica dignità e centralità tanto alla parola Cultura quanto alla parola Solidarietà.

Quello che dovremmo cercare di fare è soffermarci su questi due termini provando a comprendere non solo cosa significhino, ma quali possano essere le implicazioni politiche, sociali ed anche economiche di una autentica Cultura della Solidarietà.

Innanzitutto “fare Cultura della Solidarietà” significa mettersi in gioco in prima persona accantonando la logica dell’io-tu tipica delle politiche assistenziali che, soprattutto in passato, hanno caratterizzato i modelli di welfare un po’ a tutti i livelli.

Va inoltre sottolineato che quando parliamo di cultura non intendiamo né qualcosa di elitario né un qualcosa di meramente “museale”, ma rifacendoci alla celebre definizione di Taylor, possiamo definire la “Cultura o civiltà come quell’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualunque altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società”

La Cultura è pertanto intimamente legata all’idea dell’altro, Robinson Crusoe non ha bisogno di Cultura in quanto uomo solo, isolato dagli altri e privo di legami sociali; dall’altro lato la Solidarietà non ha nulla di quell’aurea compassionevole che spesso, anche di riflesso, l’accompagna.

Solidarietà è termine che deriva dal latino solidus ed un solido è una figura geometrica che per definizione “sta in piedi” se ogni spigolo si lega con l’altro, se ogni faccia si specchia in quella opposta, se si viene a creare un equilibrio statico, utile e necessario, alla sopravvivenza di ciascun componente.

Banalmente la Solidarietà è necessaria per la nostra stessa esistenza.

Fare Cultura della Solidarietà significa quindi ideare quegli strumenti teorici e pratici necessari all’edificazione di una società in cui gli individui si riconoscano parte organica di un tutto dotato di senso.

“Se ognuno di noi saprà chiedere al proprio fratello che cosa lo divide da noi, se ciascuno di noi saprà infondere al proprio vicino la propria certezza, se ciascuno di noi saprà sollevare una sola persona dall’incomprensione e sottrarla all’indifferenza, suonerà per noi tutti e per tutti la nostra campana”

Il 2018 sarà l’Anno Europeo dei Beni Culturali crediamo sia una occasione unica e allo stesso tempo straordinaria per sottolineare il valore sociale della Cultura e di come la Solidarietà non sia e non possa essere “un di più”, ma una precisa elaborazione, culturale appunto, indispensabile per il nostro futuro.


SOLIDARIA

In quest’ottica, come Centro Servizio Volontariato, abbiamo immaginato, dal 24 al 30 settembre 2018, un evento che coinvolga l’intera città tanto nelle sue istituzioni quanto nelle sue associazioni; un’occasione per “fare Cultura della Solidarietà” attraverso le contaminazioni e le suggestioni provenienti da mondi diversi, ma ciascuno in interazione con l’altro.

Dal Teatro alla Musica, oltre a numerose Lectio Magistralis con ospiti di rilevanza nazionale, porteranno Padova ad essere quell’innovativo laboratorio sociale che l’ha vista per anni protagonista del Terzo Settore.

“Solidaria” vuole essere un modo nuovo d’interpretare il nostro spazio, il nostro agire, le nostre relazioni.
Il teatro e la musica rappresentano un linguaggio creativo che ben esprime lo “slancio vitale” proprio di chi “si occupa di altro e dell’altro”; l’urbanistica e l’architettura costituiscono l’occasione per riflettere sull’opportunità di costruire spazi urbani a misura d’uomo e di relazione inter personale; lo sport come momento fondamentale d’integrazione e socializzazione; la cittadinanza attiva come quella modalità d’agire che ci consente di sentirci, nella prassi, responsabili l’uno dell’altro.

Questo vuole essere il filo conduttore e l’incipit dell’evento; una settimana d’incontri, iniziative, laboratori che crediamo costituiscano una importante opportunità per la nostra Padova; una occasione per ritornare ad essere il centro d’interesse privilegiato rispetto a tali temi.
Abbiamo la necessità di aprire il “salotto buono” della nostra città agli ospiti che ci raggiungeranno ed ai cittadini che condivideranno con noi questo entusiasmante percorso, dobbiamo trasmettere accoglienza per ricevere accoglienza mediante una Cultura viva fatta di e per le Persone.

Un percorso che costruiremo assieme a voi nel corso del prossimo anno condividendone scelte ed obiettivi, ragionando su eventi e temi possibili, costruendo legami che ci facciano sentire tutti parti vive di una “città che respira” una città Solid-Aria.